martedì 1 novembre 2011

I Gem Boy avevano ragione.

So perfettamente che qui leggono in quattro gatti (per inciso quelli che ho costretto a leggere tartassandoli con il link del blog), anche perché non posto molto. Colpa della pigrizia. Però, se mai passaste di qui e notaste che manca qualche video nei post, beh avete visto bene. Quei gran geni (e non aggiungo altro) della SIAE si sono inventati l'ennesima stronzata, che agevolo sotto forma di articolo da Lega Nerd:

http://leganerd.com/2011/10/28/siae-conferma-che-bisogna-pagare-per-mostrare-trailer-online/#.TrBbXHLqeSo

Per protesta, come avete potuto leggere, LN ha eliminato tutti i video dai suoi post (e non erano pochi).Siccome credo che questa operazione sia una gigantesca mafiata peraltro ingiustificabile, nel mio piccolo protesto anche io ed elimino tutti gli embed di video dal qui presente blog. Vi invito, come d'altronde fa anche Lega Nerd, a fare altrettanto, per le motivazioni che portano i nostri nerdaioli preferiti, ma anche perché ultimamente si tenta troppo, dalle stanze del potere, di castrare in tutti i modi la fondamentale caratteristica che rende internet un media unico nel suo genere, e cioè che è LIBERO e aperto a tutti e in tal modo garantisce una trasmissione di dati e notizie superiore a quella di qualsiasi altro mezzo di comunicazione.
(tra l'altro, il titolo del presente post è riferito a quella genialata di Star Whores. Ormai è storico, ma se non l'avete ancora visto fatelo, ché merita.)

lunedì 13 giugno 2011

E darei 8 anche a te, pensa un po'

Cioè, meraviglia, signore e signori. La Marvel sta infilando uno dietro l'altro dei signori filmoni, non riesco a capacitarmene. Anche questo X-Men - L'inizio mi ha fatto uscire dalla sala del cinema con l'aria soddisfatta e un sorriso piuttosto ebete sulla faccia. Stavolta, a differenza dello scorso Thor, ci siamo fomentati tutti come cretini e nessuno s'è addormentato (no, aspetta. Forse il solito dell'altra volta. Oh, sticazzi).
Devo ammetterlo candidamente: non sono una fan degli X-Men. Sono troppi, ce ne sono tanti inutili e la continuity è così contorta che in confronto I Tre Moschettieri

non questi. Gli altri, quelli fvanscesì.

hanno la linearità dell'elenco del telefono. Poi non starò ad elencare i personaggi che non sopporto, a partire da quel pedante rompicoglioni di Ciclope, che rende il Professor X un mostro di simpatia ma, A PROPOSITO di Carletto Xavier, in questo film - incredibile a dirsi - ha i capelli! Taaaaanti capelli!

martedì 10 maggio 2011

Dimenticommi di dirlo.

Dal 9 maggio, cioè ieri, il Corriere della Sera e la Gazzetta dello Sport hanno proposto (con un tam tam mediatico da spavento, peraltro) un'altra collana di albi dedicati ai fumetti Marvel: Supereroi - le leggende Marvel. Se siete fortunati trovate ancora in edicola il primo volume, Secret Invasion. I prossimi annunciati, a cadenza settimanale, sono:
Thor - Il cerchio si chiude;
Spider-man - Nuovi modi per morire;
X-men - Ghost Box;
Capitan America - Rinato.

Naturalmente si aspettano aggiornamenti sui titoli dei prossimi numeri, per esempio sul sito della Panini, che collabora con le due testate per questo progetto, così come tutti i precedenti legati ai fumetti Marvel. Come al solito ci sarà un apparato introduttivo sulla storia e i suoi autori, più un'interessante sezione dedicata alla storia della Casa delle Idee, in omaggio al suo cinquantennale (ricordiamoci che la prima storia in assoluto targata Marvel e prodotta dalla premiata ditta Lee-Kirby  - il primo numero dei Fantastici 4 - è targata 1961).
Una cosa interessante da riportare: i volumi contengono anche degli extra molto stuzzichevoli. Ad esempio, in fondo a Secret Invasion, oltre ai vari schizzi e progetti di tavole c'è anche la sceneggiatura delle prime 40 pagine della storia, a opera di Brian Michael Bendis. Per chi, come me, sceneggia fumetti o vorrebbe farlo, è una chicca niente male e un modo per entrare virtualmente nelle stanze della casa editrice di fumetti più famosa al mondo e vedere come lavora uno dei suoi più grandi autori.

lunedì 2 maggio 2011

Per me è un 8 pieno.

An epic of epic epicness. <3

 Tanto per cominciare, ho capito perché ho sempre accuratamente evitato di andare a vedere film in 3D. È inutile, deleterio per gli occhi e si vedono dimmerda le immagini, la definizione dov'è? Eh? Si vede molto meglio in 2D, diamine!

venerdì 25 marzo 2011

Mix letali.

Della serie "non si smette mai di imparare", oggi mi sono resa conto che okay, frequenterò anche un corso di sceneggiatura, ma finora sono solo alle basi secche e caso vuole che una mia carissima amica, dall'ambivalente figura professionale futura di architetto e fumettista, mi ha proposto di scrivere un fumetto insieme. Non sono caduta nel panico, anzi, lì per lì ero talmente esaltata all'idea che poco ci mancava mi mettessi a saltellare come un'idiota per la stanza, ma praticamente subito dopo è subentrato il problema di natura tecnica: COME STRACAZZO SI SCRIVE UNA SCENEGGIATURA?! e lì sì, un po' di panico m'è venuto. Tuttavia sono difficile da scoraggiare se sono convinta di quello che sto facendo, cosicché adesso sono sommersa da manuali e sceneggiature cinematografiche e mi produrrò in una full immersion che, tra questo e la filologia germanica, non mi stupirei di uscirne sconvolta e scrivente fluenti sceneggiature in un altrettanto fluente anglosassone (una finezza per pochi eletti, insomma. Spero la mia prof apprezzi l'originalità dell'accostamento, quantomeno). Sempre rimanendo in tema, anzi modificandolo in "non si smette mai di scoprire cose nuove e interessanti", mi sono ributtata in un ascolto meno meccanico della musica grazie alle imbeccate di amici buongustai che mi hanno fatto scoprire delle cosine interessanti e comunque completamente diverse tra loro:

martedì 15 marzo 2011

Antieroi, pt. 2

Proseguendo quel discorso panoramico sugli antieroi che, presa da non si sa quale furore, avevo incominciato la settimana scorsa, oggi tenterò una pedestre analisi di uno dei film che più mi ha colpito negli ultimi mesi e no, non sto parlando di The Social Network: carino, per carità, fatto bene e tutto quanto (probabilmente potrei scriverne una recensione più qua); Zuckerberg, per come si comporta nei confronti degli suoi 'soci' potrebbe passare per antieroe ma in fondo fa solo lo stronzo e detto fra noi con le fattezze di Jesse Eisenberg risulta pure convincente in quanto tale, perché a vederlo com'è davvero di sicuro direste 'Eh? Con quella faccia? Ma fammi il piacere, quello non farebbe del male a una mosca, se ne starebbe tutto il giorno a spararsi segoni o giocare a WoW' e invece v'ha fregato, C'HA FREGATO a tutti, con quella faccia lì. Bella storia, eh?
Ad ogni modo, tornando nel seminato continuo ancora a chiedermi com'è che in troppi dicano che The Social Network è un capolavoro mentre Inception (che OOOPS! è il film di cui andrò a parlare), 'sì dai, bellino, ma non era da Oscar'.

lunedì 14 marzo 2011

La crisi dello scrittore.

Certe volte mi chiedo che ho fatto (anzi: RI-fatto) a fare un blog se non ho mai niente da dire, e certe volte mi chiedo che diamine mi intestardisco a fare a scrivere cose se 1) si rivelano delle cagate colossali, prive di idee originali o comunque di spunti che non facciano gridare al già sentito; 2) le parole non si vergano da sole. Sono sempre stata, difatti, una sostenitrice di quella teoria secondo cui la cosa più bella e stimolante da leggere è quella che viene fuori così, per caso, senza programmazioni. Sacrosantamente vero, devo dire. A parte per Twilight, che si sa - dalla bocca stessa della Meyer, (se un'entità superiore mai esista) ce ne scampi e liberi - essere frutto di un sogno fatto da lei medesima. Okay, mi sono detta, se quella scribacchina è riuscita a fare tutti quei soldi con un sogno, ci posso provare anche io, che oltretutto ho pure un'immaginario onirico piuttosto fervido e surreale. E cacchio se lo erano, quei sogni su cui ho preso appunti, ma il fatto è che li ho utilizzati per dettagli marginali, continuando a progettare tutto il resto nei minimi particolari e non riuscendo, peraltro, a delineare del tutto i personaggi, tantomeno a concretizzare tutti gli appunti che ho vergato. Quando ho chiesto aiuto e ho trovato facce annoiate, 'già visto' sbuffati con quasi supponenza (ammesso che si possa trarre supponenza da una conversazione su msn, ma tant'è :°D) e lapidari 'guarda, te lo dico perchè ci tengo: è tutta roba riciclata. Di idee originali o comunque valide ce ne sono veramente poche', già il sentore della schifezza bussava forte al mio naso, ma ho continuato a scambiarlo per eccessiva autocritica. E invece no! La puzza si sentiva bene tutta intorno! E mi sono venute in mente le parole dei My Chem ('cidenti a voi, siete sempre in mezzo alle palle! Ma vi amo anche per questo), che hanno buttato ciò che avevano fatto poco prima di incidere Danger Days, perché troppo costruito. Troppe regole, troppi dettami, e a una certa Gerard e soci se ne sono accorti, hanno visto che non funzionava, hanno buttato tutto nel cesso tenendosi solo le parti buone, e si sono buttati a fare le cose d'istinto: ecco Danger Days, ecco un album veramente degno di nota. Badate, nemmeno casuale nei contenuti, perché ha una sua logica e coerenza, però è frutto dell'istinto, e quindi un'altra volta quei bastardi del New Jersey mi hanno insegnato qualcosa di cui spero di fare tesoro, perché ho veramente bisogno di scrivere qualcosa che mi soddisfi appieno e soddisfi anche chi ho intorno, perché no. Perché vorrei che fosse questo, il mio lavoro. Perché so che non sono malaccio e quindi voglio continuare a pensarlo, a gongolarmi del saper fare almeno questo, come attività artistica. Sennò poi mi viene da pensare di nuovo che sia una fallita e via, non c'ho mica voglia di deprimermi :°D
E tra l'altro ho pure avuto qualcosa da dire qui dentro, mica cazzi.

venerdì 11 marzo 2011

Pubblicità occulta a buffo

Bene, fino a mezz'ora fa avevo in mente di fare un post su qualcosa ma mi sono completamente dimenticata cosa, per cui riempirò questo post inutile con una chicca che ogni volta che esce sono qui che gongolo e saltello come una scema.
Dunque, dovete sapere che da quando ho scoperto il Blog del Doc Manhattan ne sono un'assidua lettrice - evitando accuratamente post su calcio e bresslin, ma perché qui entra in campo il sessismo che cerco in tutti i modi di estirpare dalla mia persona. Parliamoci chiaro: non posso farci niente, sono cose che non mi interessano, esticazzi del sessismo :°D - qualche volta ho pure commentato ma poca roba, sono una timidona (hahaha) e mi sembra sempre di proferire delle inutili cagate, quindi mi astengo e gongolo in silenzio della rubrica dedicata ai vecchi numeri di Topolino. Sì, perché quando ero piccina già iniziavano a declinare pericolosamente e a diventare quel che sono adesso, ossia delle pallide brutte copie (poco da fare, anche Lupo Alberto sta declinando pericolosamente...sò cose che ti segnano) con storie bruttine e di poco spessore, ma insomma, qualche cosina di meritevole di essere ricordata l'ho beccata anche io nella mia infanzia (onore e grazie ai Classici Disney di zio, tra l'altro), e quindi leggere di questi numeri usciti pure prima che io fossi in programma di essere sfornata è cosa buona e giusta e riporta indietro nel tempo, in un amarcord agrodolce. E insomma, se siete "vecchietti", o curiosi, dateci un'occhiata, metto l'ultimo link qui sotto, tanto ci sono anche tutti gli altri :°D

http://docmanhattan.blogspot.com/2011/03/le-pubblicita-fuorvianti-di-topolino_11.html

E tra l'altro, mi sono appena ricordata di cosa volevo scrivere. Prossimo post!

giovedì 3 marzo 2011

Antieroi, pt. 1

Ultimamente va parecchio di moda creare dei personaggi che sfuggano completamente a quell'idealizzazione e purezza di intenti che era un tratto distintivo dei cosiddetti eroi. Detto fra noi, esprimendo un parere più che personale - ma in cui credo si ritroveranno in tanti - l'eroe alla Superman, o il classico cavaliere senza macchia e senza paura dei poemi cavallereschi medievali, risulta, nell'epoca contemporanea, alquanto scontato e stereotipato, una tipologia umana che non si trova nemmeno nella realtà, dal momento che niente è tutto bianco o tutto nero. Insomma, tornando indietro nel tempo fino all'antica Grecia, Ulisse batte Achille senza riserve, anche in virtù delle enormi doti intellettive in dotazione al primo. Quelli che vengono denominati, in antitesi (e non opposizione, giacchè quella è territorio più o meno esclusivo dell'antagonista vero e proprio), antieroi, sembrano avere proprio questo dalla loro: intendiamoci, non è che gli eroi sono tutti una brancata di idioti, anzi.

sabato 12 febbraio 2011

Un'altra voce da aggiungere alla lista "Desideri Impossibili"

" In New Jersey l’inverno fa schifo.
Eravamo nel 1995 e mi ero appena diplomato, con scarsa acclamazione (credo che alla festa di consegna ci fossero soltanto sei persone ad applaudirmi: i miei genitori, mio fratello Mikey Way, i miei due migliori amici che venivano da fuori e il bidello che mi scroccava le sigarette). Mi iscrissi al primo anno di accademia (anche se non ero molto promettente) e finii retrocesso al ruolo di “spingi-carrelli” del supermercato del mio paese.

Anche se veramente quella fu una mia scelta. Lo feci di proposito.
Avevo iniziato come cassiere, ma odiavo quel compito. Principalmente per via delle persone. Non è che le persone non mi piacciano in generale: è solo che non mi piacciono le persone che fanno la spesa. In quel supermercato. Quindi aspettai il momento giusto per chiedere di venire retrocesso... l’arrivo dell’inverno. Quello è il periodo dell’anno peggiore se spingi i carrelli perché, come avrete intuito, fa davvero freddo. È un lavoro che non nessuno vuole fare,così i supermercati si trovano di solito a corto di personale: fu facile ottenere il lavoro che volevo... un lavoro che mi consentiva un’assoluta e splendida libertà. Non dovevo più indossare la divisa, mi tinsi i capelli di color rosso-fiamma, fumavo sigarette una dopo l’altra e mi sparavo nella cuffia del Walkman le mie compilation in cassetta, piene di NOFX, Lush, Samiam, Velocity Girl, Pulp e Blur. Ero felicemente invisibile.

Tra l’altro, vorrei sottolineare che anche Mikey Way seguì il mio stesso percorso quando fu assunto alla cassa due mesi più tardi (faceva ancora più freddo). Quindi ci fu un breve periodo in cui noi due fratellini radunavamo carrelli della spesa insieme e ci scambiavamo le nostre cassette. Durò poco perché io fui spostato al reparto surgelati: anche lì faceva davvero freddo.

Il motivo per cui vi sto raccontando la gloria e le miserie della vita di uno spingi-carrelli di provincia è che nella vita di un ragazzo sono cose come quelle che rappresentano uno di quei momenti chiave in cui capisci, mentre dio punta il suo dito gelato verso di te in un parcheggio di Sfigaville nel New Jersey, che non hai futuro. Tra l’altro era Natale, il periodo dell’anno in cui ci si scambiano regali.

E il regalo perfetto lo ricevetti da Mikey. Il dono fatto da uno spingi-carrelli senza futuro a un altro. Si trattava del primo numero di Stray Bullets, l’edizione originale che all’epoca era già difficilissima da trovare, visto che l’uscita del numero due (l’unico che ero riuscito a leggere) aveva scosso fino alle fondamenta l’industria dei comics, per almeno due ragioni.

La prima è che si trattava di un fumetto incredibile. So di essere un po’ vago, ma se state leggendo questo volume sapete quasi certamente cosa intendo dire. In caso contrario dovete assolutamente leggerlo: non c’è niente di paragonabile sul mercato.

La seconda ragione è che Stray Bullets era spuntato fuori letteralmente dal nulla, da un tizio che viveva in New Jersey e che prima di quello aveva lavorato soltanto su commissione a un fumetto chiamato Warrior of Plasm. Una cosa che non avevo mai letto, molto probabilmente per via del titolo. Insomma, questo tizio, che si chiamava David Lapham, aveva fatto tutto da solo e ci era riuscito. Aveva fatto un fumetto migliore di tutti quelli che uscivano all’epoca. Per due ragazzi come me e mio fratello, condannati a vivere in New Jersey radunando carrelli della spesa, David rappresentava un segno di speranza, perché ce l’aveva fatta senza scendere a compromessi con nessuno e, soprattutto, senza usare “superpoteri”. Nel suo fumetto non c’era l’ombra di un supereroe, anzi, a dirla tutta non c’era l’ombra di un personaggio simpatico o piacevole, a parte una ragazzina di nove anni (almeno all’inizio). E la cosa strana è che col passare del tempo entravi in sintonia comunque con lo spacciatore, facevi il tifo per il rapinatore romantico ma senza speranza, e speravi che la ragazza in fuga riuscisse a mandare al creatore più gente possibile. Stray Bullets portava sul suo palcoscenico tutti gli scarti dell’umanità e loro ballavano e cantavano per te finché, dopo averli odiati terribilmente, anche tu cominciavi ad adorarli.

Ed è proprio questo l’aspetto che mi è subito piaciuto leggendo Young Liars: ho odiato tutti i personaggi, fin dalla prima pagina. Tanto sapevo che era solo questione di tempo, e avrei cominciato ad amare anche loro.

Il fatto è che si tratta di persone che conosci. Anzi, anche tu sei stato qualcuno di questi personaggi.  Tutti abbiamo attraversato (be’, quasi tutti) i nostri vent’anni e ci ricordiamo benissimo cosa facevamo a quei tempi. Bazzicavamo club e discoteche, ci ubriacavamo, facevamo a botte ed eravamo gelosissimi... eravamo tutti bugiardi. Siamo stati tutti bugiardi perché in quegli anni ci siamo tutti reinventati, abbiamo tutti addolcito o cancellato pezzi del nostro passato per farlo sembrare più interessante. Conosco persone che che si sono affibbiati da soli un soprannome, uno mai avuto prima, come se questo potesse regalare loro una vita nuova e spregevole. New York, poi, è la città perfetta per farlo, ed è il palcoscenico più adatto per un fumetto come Young Liars: a New York nessuno ti conosce. È il punto di arrivo di tanta gente che viene dagli angoli più remoti degli Stati Uniti e decide di cambiare faccia, cambiare pettinatura, cambiare nome, cambiare sguardo, cambiare accento.

Ma nonostante questo realismo di fondo, nonostante il sudore, le lacrime e le chitarre date via in pegno, Young Liars non finisce qui. Young Liars è la bugia. È la fantasia. È il piano che metti a punto per rubare quel quadro che permetterà a te e ai tuoi amici di diventare milionari e rock star. È una testa piena di sogni e una pancia piena di ragni. È sesso, è droga. È violenza, molta, molta di più di quanta ce ne fosse in Stray Bullets. David spinge al massimo sull’acceleratore, sul ciglio del precipizio o in bilico sulla canna di un gigantesco revolver. Con una colonna sonora che spacca.

Young Liars non sono i vent’anni che ricordate, sono i vent’anni che ricorderete quando li racconterete (mentendo) ai vostri nipoti.


Gerard Way
Creatore e scrittore di The Umbrella Academy e rock star a tempo perso (My Chemical Romance)
Agosto 2008, New Jersey (dove anche l’estate fa schifo)
"

(preso dal sito della Planeta DeAgostini; è sempre bene specificare le fonti di opere d'ingegno non proprie, giusto? Il mio meraviglioso professore di letteratura inglese nonchè futuro relatore della mia tesi lo dice sempre, ce lo inculca in testa come un sacro principio morale, e così dovrebbe essere per tutti. Se tutti fossimo onesti, non ci sarebbero ficwriters che si lamentano di continuo di essere state defraudate dei propri lavori :'D)


Ora, sono perfettamente consapevole di risultare monotona a coloro che mi conoscono bene, dal momento che decanto ogni volta le doti dei My Chemical Romance sia come gruppo sia per l'accozzaglia delle singole e splendide personalità che li compongono. Ma lasciate che mi ripeta ancora una volta: questi ragazzi sono artisti e niente me lo toglierà dalla testa. Ascoltare i loro album, uno dietro l'altro, è come leggere un enorme romanzo di formazione, come assistere alla crescita di cinque post-adolescenti che diventano adulti un poco per volta. Può essere la storia di chiunque, di chi è dotato di sensibilità artistica fuori dal comune, di chi sa perfettamente di non essere come gli altri, di chi ha subito ingiustizie dai cosiddetti 'fighi', quelli che alle medie ti nascondono i ragni nello zaino o ti subissano di uova a carnevale, quelli che poi, quando tutti cresciamo, alla fine si rivelano mediocri personucce senza grosse aspirazioni, che continuano a fissare con disappunto noi piccoli megalomani ma un po' ci invidiano perché riusciamo a sognare, dopotutto. E non perdiamo il vizio.
Pochi gruppi hanno saputo raccontare il periodo della vita più duro - che non è, come molti ritengono, l'adolescenza, bensì il dopo, quello che ti accade quando esci dal mondo placcato oro e fintomaledetto dei teenagers e batti una sonora culata sul marciapiede gibboso della vita vera - senza scadere nei cliché, senza risultare banali ma donando sfaccettature credibili e dolorose anche ai momenti più bui. Certo, sono evocativi, hanno dato vita a un mondo immaginifico, una galleria di personaggi e angosce che vengono portate alla caricatura ma solo per far capire quanto possano essere autentiche e assolutamente reali. E mentre fanno tutto questo, mostrano di essere delle persone come tutti, forse un po' eccentrici, ma meravigliosi e pieni di pregi e difetti come chiunque. Umani.
E quindi io li ringrazio per essere cresciuta insieme alla loro musica, per aver acquisito maturità anche grazie ad essa, e infine concludo dicendo che uno dei miei sogni sarebbe che Gerard Way scrivesse la prefazione al mio futuro (e alquanto improbabile ad accadere) fumetto. :°D

mercoledì 9 febbraio 2011

Go-Go Bronco!

Giusto perché sono fissata con queste specie di classifiche. Mi piacerebbe capire se solo io soffro della sindrome di Alta Fedeltà ( http://www.youtube.com/watch?v=Z9tANaiMTKA ammirate l'immane carognaggine spocchiosa di Barry, il personaggio interpretato da Jack Black. Ho sempre saputo che nessuno meglio di lui avrebbe potuto interpretarlo. Sublime) o se c'è qualche altro debosciato al mondo che si diverte così male. A parte John Cusack e Jack Black, beninteso.
Insomma, tutto questo preambolone per annunciare l'ennesimo post-fuffa della mia vita, ma! il primo di questo blog! E siccome ultimamente mi sono fatta un bell'excursus di veicoli fighi in film, telefilm, persino libri e fumetti, ho deciso di stilare una top five delle migliori macchine in... oh, beh, tutta quella roba che ho appena citato :'D
(Scusate, piccola parentesi. Cosa non mi postano su msn: vediamo se li riconoscete !)